Sono anni di grande espansione commerciale ottenuta grazie alla capacità dell’azienda di innovare e perfezionare le tecniche di produzione, allo sviluppo dei trasporti e all’aumento di una classe media che inizia a distinguere ed apprezzare un vino frizzante, più moderno e di qualità. Il timone della Chiarli è in mano al figlio di Cleto, Anselmo, e con lui già negli anni ’30 la produzione supera abbondantemente il milione di bottiglie l’anno. Fatto questo eccezionale in un’epoca nella quale il Lambrusco era fermentato unicamente in bottiglia e tutte le lavorazioni erano eseguite esclusivamente a mano. L’azienda si distingue anche perché, prima Cantina in Emilia, inizia ad esportare i suoi vini, arrivando in Francia, Inghilterra, Germania ma anche negli Stati Uniti e in Sud-America.
La seconda guerra mondiale porta danni e distruzioni anche a Modena, Nella primavera del 1944 la Chiarli viene colpita dal bombardamento che distrusse la periferia nord. Due bombe causano la pressoché completa distruzione dello stabilimento. L’attività viene interrotta e riprenderà solo nel 1946 dopo la ricostruzione.